Al Teatro Alighieri presentato il programma 2014 del Ravenna Festival. Sul palco, accanto agli alpini, l’asino romagnolo, fidato compagno nella Grande Guerra, a cento anni dall’anniversario.

Ravenna, 8 Febbraio 2014. Il Teatro Dante Alighieri è gremito. Si celebra il 25° anniversario del Ravenna Festival (nato nel 1990), l’importante manifestazione culturale di rilievo non più nazionale ma definitivamente internazionale, centrata sulla musica classica ma anche su altre discipline artistiche, in una dimensione sempre più multiforme, complessa, polifonica (canto, cinema, ballo, poesia, ecc.).

 

Al tempo stesso, nel Teatro tirato a lucido per le grandi occasioni, si presenta il cartellone 2014 e sono presenti, insieme al Sindaco della Città Fabrizio Matteucci, i protagonisti del passato e del presente di questa straordinaria avventura culturale.

Vi è, ovviamente, la Presidente del Festival, la Signora Cristina Mazzavillani Muti, accanto al vicepresidente e storico soprintendente Mario Salvagiani, all’attuale soprintendente Antonio De Rosa, ai direttori artistici Franco Masotti e Angelo Nicastro. Il filo conduttore 2014 sarà la celebrazione del centesimo anniversario dello scoppio della Grande Guerra, “l’inutile strage” come la definì il Papa Benedetto XV, ed il titolo ne è una perfetta sintesi: “1914: l’anno che ha cambiato il mondo”.

La presentazione si snoda tra memorie recenti e riconoscimenti, ma quando nel teatro le luci divengono fioche e sullo schermo vengono proiettate le angoscianti immagini del film in bianco e nero del 1918 di Abel Gance “J’accuse”, potente atto d’accusa nei confronti della Guerra e delle sue atrocità, con tutti quei morti distesi a terra sul campo di battaglia, l’emozione è tangibile.
Il film ha termine e sul maxischermo compare l’immagine d’epoca di un quadrupede dalle lunghe orecchie (un mulo …) che annaspa nella neve condotto da un alpino: insieme testimoniano plasticamente tutta la fatica disumana e lo sforzo condiviso di uomini e animali. Eppure appaiono statici, a confronto delle immagini cinematografiche di poc’anzi.

Tuttavia siamo pur sempre a teatro, dove la fantasia deve trovare modo di trafigurare nella realtà.
Così, accompagnati dal canto struggente di un coro alpino, altri anziani alpini avanzano nella penombra e insieme con loro si materializzano, non senza sorpresa per il pubblico, due orecchie ben lunghe e mobili, che fanno capolino da dietro le quinte ma poi avanzano sul palcoscenico, prima titubanti, poi sempre più sicure. Sono quelle dell’asina romagnola Matilda, bardata di un bellissimo basto d’epoca, grigioverde, quest’ultimo davvero vecchio di cent’anni.

 

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Asini alla TV

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Al nostro vicepresidente Giuseppe Borghi, e all’allevamento di Montebaducco, una intera pagina de IL RESTO DEL CARLINO edizione nazionale.

E davvero con grandissima soddisfazione che pubblichiamo qui sotto la pagina di cronaca, dell’edizione nazionale de IL RESTO DEL CARLINO, che doverosamente riconosce l’impegno di una vita del nostro vicepresidente Giuseppe Borghi, a difesa dell’asino. Urrah !
A nostra volta non possiamo fare a meno di pubblicare la foto dell’asina Gina, citata nell’articolo, con in groppa Giuseppe bambino.

Infine inseriamo una foto, scattata nel 2011 a Guastalla, alla Fiera della Biodiversità, che ritrae Giuseppe Borghi  con Alberto Minardi.

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A Fieracavalli Verona 2013, il Romagnolo si è presentato con la compagine più numerosa tra le otto Razze di Asini riconosciute dal Registro Anagrafico Italiano.

Auto-celebrarsi non è mai una bella cosa. Perchè, dicono in Romagna, “chi si loda s’imbroda”.
Ma, per una volta, amici, lasciate che abbandoniamo i panni dell’umiltà, tanta è la soddisfazione che proviamo dopo Fieracavalli  2013. E’ andata, infatti, molto bene.

Gli stalloni Romano e Filippo, testimonial di punta della Razza Asino Romagnolo, presentati nel ring d'onore di ItaliAlleva. Dietro di loro la tribuna della Presidenza della Associazione Italiana Allevatori.

Lo stand AIA, dedicato alle RAZZE ASININE ITALIANE iscritte al Registro Anagrafico, è stato molto frequentato dal pubblico. All'interno dello stand, siamo stati ospitati come AsIRARA, il cui logo si vede al centro della foto.

 

All’interno del padiglione ItaliAlleva, era stato allestito, quest’anno, a cura dell’Associazione Italiana Allevatori, uno stand bellissimo, completamente dedicato alle razze asinine italiane. Un magnifico, enorme pannello illustrava la gran parte delle otto Razze Asinine riconosciute dal Registro Anagrafico in Italia.

Le Razze italiane riconosciute da Registro Anagrafico. La fattrice sorcina che allatta è un'Asina Romagnola.

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Il padiglione n. 9 ItaliAlleva è sempre quello in cui si respira, ogni anno, l’atmosfera più autentica e suggestiva, perchè è qui che viene valorizzata la tradizione dell’allevamento equino ed asinino italiano.
E’ qui che vengono presentate le razze equine del Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido, dell’Avelignese, del Norico, del Bardigiano, del Maremmano, del Tolfetano, del Murgese, e delle razze più recentemente riconosciute come il Cavallo dell’Appennino, il Delta, il Ventasso, ed altre.

ItaliAlleva 2010. L'Esperto di Razza AIA Giovanni Verlicchi procede alla valutazione dello stallone di 30 mesi Bartabas G, Razza Cavallo Agricolo Italiano Tiro Pesante Rapido.

Si tratta di razze con diversa numerosità e diffusione geografica in Italia, alcune dotate di Libro Genealogico, altre (minori) iscritte al Registro Anagrafico delle razze a limitata diffusione. Chi sia interessato ad approfondire la conoscenza su questi due diversi metodi di classificazione delle razze, può trovare, all’interno di questo sito, le informazioni necessarie, cliccando alla voce “La Razza” e poi “Regole per l’iscrizione al Registro Anagrafico”.
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Lo stand dedicato alle razze asininine é stato davvero d’immagine e di tutto rispetto, circondato a ferro di cavallo da quindici box, tutti per gli asini, e affiancato anche da due piccoli recinti, a disposizione per esporre i soggetti, nel tempo intercorrente tra il carosello del mattino e quello del pomeriggio, che veniva effettuato, ogni giorno, per tutti e quattro i giorni della Fiera, nel grandissimo ring d’onore.

Cleopatra, condotta da Tommaso Zerbini, e la sua puledra LZ Denise si preparano a entrare nel ring d'onore di ItaliAlleva. Alle loro spalle i box con gli asini e i tanti visitatori che sostano di fronte ad essi.

Si sa che noi, come “asinari”, siamo da sempre considerati i parenti poveri dei più celebrati allevatori di cavalli, al punto che ci abbiamo fatto l’abitudine e prendiamo la cosa con filosofia.
Ci capità così, il più delle volte, di frequentare le sagre di paese, con animali che sono oggetto di curiosità soprattutto per il loro essere antimoderni, cioè indissolubilmente legati ad un passato “inattuale”.
Diciamoci la verità: è vero, siamo vissuti con un quid di simpatia che però sfuma ben presto in un mesto, malinconico compatimento, di persone che si trastullano dietro un ozioso passatempo.
E invece, questa volta, i nostri animali sono stati ritenuti degni di una attenzione di tutto riguardo, e noi con loro. E così il tema della difesa della biodiversità, la valorizzazione anche culturale del progetto che vuole difendere e garantire un futuro anche all’asino, proprio in quanto animale “a  basso reddito”, (per altro ancora molto utile alla civiltà dell’uomo moderno) è balzato in primo piano.
E così, per una volta, non ci siamo sentiti figli di un Dio minore. 

Daniela Minardi, Marzia e Lino Zerbini e l'asina Poppea accolgono due giovani visitatori allo stand

Poppea si compiace del rilievo che il Romagnolo ha nell'ambito dello stand ...

... e poi si concentra nella lettura !

In questa cornice così importante, noi della Razza Asino Romagnolo non abbiamo certo sfigurato. Anzi. Abbiamo piuttosto fatto (udite udite !) la parte del leone, presentando in Fiera la compagine più numerosa e più rappresentativa. Infatti il nostro squadrone era costituito da due stalloni (Romano e Filippo), quattro fattrici in età (Luna, Cleopatra, Rosa, Poppea) e due giovani femmine (Austria e Soraia della Calbana) con in più due redi di pochi mesi di sesso femminile (LZ Orchidea ed LZ Denise). In tutto ben dieci soggetti, che hanno saputo trasmettere, con forza, un’immagine della nostra razza dotata di buona tipicità, qualità e individualità. E credo che tutti gli Associati debbano essere molto riconoscenti a Zerbini, Bonuso, Montaleone, Buttazzi, Casadio, Tonetti, che sono gli associati che hanno messo mano al portafogli, in modo molto significativo, con lo scopo di valorizzare la nostra razza, con beneficio per tutti, presenti e assenti. Alla famiglia Zerbini, in particolare, va il plauso della Associazione per l’impegno profuso nella gestione di tutti i soggetti durante l’intero svolgimento della Fiera. Partecipare alla ribalta nazionale di Verona, vuol dire richiamare su di se l’attenzione, anche commerciale, dei tanti frequentatori (oltre 150.000). Siamo sicuri che presto gli effetti si faranno sentire. A questo punto presentiamo, di seguito, una carrellata di immagini della manifestazione. 

Lino Zerbini sfila con lo stallone Romano davanti alla folla

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Lo stallone Filippo sfila davanti alla Presidenza dell'AIA

Filippo strappa sorrisi di ammirazione alla Presidenza AIA

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Rebecca Zerbini fa l'equilibrista su Cleopatra

Luna, magnifica fattrice, era accompagnata dalla puledra LZ Orchidea

Il temperamento di Austria impegna Bernardo Montaleone

Alessandro Tonetti presenta la stupenda tre anni Soraia della Calbana (da Silvio e Maritta). Alle sue spalle il figlio Matteo è alle prese con il cellulare, per fare le foto.

Davide Buttazzi con Rosa. Il basto militare ha suscitato molto interesse.

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Il presentatore della manifestazione Nico Belloni intervista Davide Buttazzi nel Ring d'Onore

LE ALTRE RAZZE PRESENTATE.
Nel 2012 è stata riconosciuta ufficialmente l’ottava Razza Italiana di Asini.
Si tratta dell’ASINO GRIGIO VITERBESE.
Quando nel 2007 fu pubblicato il francobollo delle poste italiane, le razze riconosciute erano sette: Romagnolo, Martina Franca, Ragusano, Amiata, Pantelleria, Sardo, Asinara.
Il Viterbese, a quell’epoca, non era infatti riconosciuto.

La partecipazione della Razza Viterbese alla manifestazione fieristica di Verona 2013, è stata dunque un debutto.
Cogliamo l’occasione per salutare i simpatici amici del Viterbese (con i quali abbiamo immediatamente familiarizzato) augurando loro un grosso “in bocca al lupo”.
In Fiera sono stati presentati due soggetti molto tipici, uno stallone ed una fattrice, a cura della Asineria Lory di Vinicio Olimpieri di Montefiascone.

L'amico "Biacione", al secolo Vinicio Olimpieri di Montefiascone, presenta la sua fattrice di Razza Viterbese.

La fattrice Viterbese con in groppa una avvenente amazzone.

Minuscolo stallone di Razza Asino Sardo, presentato dalla Signora Gabrielle Muller di Assisi

Direttamente dalla Sardegna, tre soggetti di Razza Asino Sardo presentati da Valeria Manca di Oristano

La presentazione della Razza Asino dell'Amiata

Il rarissimo Asino bianco dell'Asinara è stato presentato dall'Allevamento Santa Lucia di Perugia


Maria Bonuso è orgogliosa del proprio beniamino FILIPPO, giovane stallone di 4 anni, che opera a monta pubblica, presso la Stazione di Alfonsine.

Filippo riceve visite nel box, suscita molto interesse ...

... e guadagna anche coccole affettuose !

Foto di famiglia (Zerbini) in un interno (fieristico) con asino stallone (Romano)

E' domenica sera. La Fiera è conclusa e siamo tutti esausti. Ma non a tal punto da rinunciare alla foto di gruppo, di prammatica, che ci ritrae insieme con gli amici viterbesi, compagni di questa avventura ! PS: le foto sono tutte del presidente Minardi, che non si vede mai, ma c'è sempre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Assemblea Generale Annuale 2013 a Salvarano di Quattro Castella presso l’Agriturismo Montebaducco

In piedi da sinistra: Montaleone, Adriano Ghitti, Fabbri, Minardi, Giuliano Ghitti, Gambetti, Masini, Calli sn, Bovo, Buttazzi, Borghi, Bertelli, Giacometti, Cornacchia, Signora Carattoni, Monia Mazzanti; accosciati: Naldi, Dolci, Moretti, Carattoni, Morozzi, Cenni. Più tardi raggiungeranno il gruppo Zerbini, Rosa, Montanari.

Ha avuto buon successo l’Assemblea Ordinaria Annuale della Associazione, svoltasi quest’anno in territorio emiliano SABATO 19 OTTOBRE.
Erano presenti 12 Soci effettivi e molti accompagnatori.
Assenti giustificati: Casadio, Bernabini, Bigiarini, Scarcasale, Nicoli Federico, Nicoli Roberto, Giorgini, Tonetti. La giornata ha avuto inizio con la visita della Azienda del nostro vicepresidente Giuseppe Borghi. 

Giuseppe Borghi illustra le caratteristiche del suo allevamento

Giuseppe Borghi spiega il sistema di mungitura che ha perfezionato, in attesa che vi giungano le asine.

Una bellissima visione d’assieme, con animali molto ben tenuti, in ottime condizioni fisiche. E poi, si sa, un conto è dire “il più grande allevamento d’asini d’Europa” … un altro conto è misurarsi visivamente con esso !!! Ha fatto seguito lo spettacolo (davvero uno spettacolo) della mungitura, con le asine docilissime in fila indiana ad aspettare il loro turno.
“Sembra che abbiano preso il numero, come le signore alla Coop. Sono educatissime”, ha commentato qualcuno.

Un gruppo di asine si avvia alla mungitura

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Alle 11.00 ha avuto inizio l’Assemblea, presso la taverna dell’Agriturismo che si è prestata perfettamente all’evento, poiché dotata anche della attrezzatura per la proiezione delle diapositive. Vale la pena di sottolineare che alla Assemblea ha presenziato il Presidente della Associazione Regionale degli Allevatori Emilia-Romagna, Dottor Claudio Bovo, il quale ha contribuito concretamente, con suggerimenti e delucidazioni, all’utile svolgimento della stessa. Nel corso della stessa Assemblea è stato modificato lo Statuto, in vista del suo prossimo deposito ufficiale.

La seduta della Assemblea Generale

E’ poi seguita la tavolata conviviale, da cui le immagini seguenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Varata “la nazionale raglianti” Asino Romagnolo. La squadra per Verona ha per titolari i migliori soggetti piazzati alle rassegne 2013.

L’undici della seleçao (modulo 4-4-2)

Cominciamo dal centravanti. E’ Romano. Fisico aitante, muscolare, tipico centravanti di sfondamento. Non teme il trascorrere degli anni. Ha riconquistato il posto in Nazionale a Fontanelice, con una vittoria sonante di categoria. Leader naturale. Fascia da capitano.

Ala sinistra: Virgilio. Grande vocazione al goal, tipo Gigi Riva. Lottatore spigoloso. Rigorista di straordinaria freddezza. Secondo nella sua categoria ad Alfero.
Mezz’ala sinistra: Filippo, detto “Pinturicchio”. Piedi buoni e classe cristallina.
Con due finte e una punizione può risolvere la partita. Primo assoluto ad Alfero.

Mezz’ala destra: Milly, la regista ideale. Ordine in campo e geometrie nei lanci. Con lei la squadra si illumina.
Ala destra: Nadia. Veloce come una lepre, ad Alfero, nel Palio, ha dato la polvere ai maschi. Provate ad acchiapparla.

Laterale di centrocampo: Rosa, ordinata, precisa. “Una vita da mediana” (direbbe Ligabue). Intanto a Fontanelice ha vinto la sua categoria.
Difensore centrale:
Austria: gran somara, picchia come un fabbro. Invalicabile. Prima a Fontanelice, seconda a Imola. 

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Secondo difensore centrale: Soraia della Calbana. Altissima per l’età (appena tre anni), fisico statuario, straordinaria di testa. Ha vinto ad Alfero la categoria.
Terzino sinistro:
LZ Orchidea. Giovane prodotto del vivaio (come dice il nome). Elegante. Gran classe. Terzino fluidificante.
Terzino Destro:
Teresa. E’ come Burgnich. Rocciosa. Sarebbe meglio non averla avversaria. Non si passa. Prima ad Alfero nella categoria nate 2011.
Portiere:
Luna. La campionissima. Movenze da giaguaro e caratterino pepato. Simbolo della razza. Prima a Imola in categoria.

 

 

 

 

 

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Fontanelice riaccoglie il Romagnolo. L’antico legame “di sangue” è rinnovato.

 

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Gli Asini Romagnoli sulla spiaggia (di Romagna)

Cervia è dolce come il miele
Una settimana dedicata al miele e alla sua cultura.
Milano Marittima, Martedì 27 Agosto 2013

Il primo  appuntamento è  al bagno Corallo, n. 279, alla II Traversa, a Milano Marittima, alle ore 17.00.

La manifestazione si intitola:
“Vivere in campagna: gli asini, il miele e la frutta”, degustazione di mieli e pesche nettarine IGP di Romagna. Le pesche IGP di Romagna sono offerta dalla C.S.A. Cooperativa Centro Servizi per l’Agricoltura di Bagnacavallo di Confcooperative.
In spiaggia saranno presenti alcuni esemplari di asini romagnoli. Ad occuparsi di questa specie è l’Associazione Asino Romagnolo il cui Presidente è Alberto Minardi. “Gli asini – spiega Minardi – potranno essere cavalcati dai bambini, sarà un modo simpatico per far conoscere ai più piccoli questo animale che per tanti anni è stato usato nel lavoro dei campi e che oggi va salvaguardato”.
Seguirà una merenda a base di miele e pesche nettarine.

Cesare Brusi premia Austria e Bruno Casadio al termine della manifestazione

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Viaggio di ritorno alle origini. La due giorni di Alfero vuole celebrare il rapporto millenario tra l’Asino Romagnolo e la sua piccola patria, tra il Monte Fumaiolo e il Passo del Verghereto.

Alfero 10-11 agosto 2013 

Alfero. Il ponte romano.

Alfero. La cascata.

 

 

 

Qualche sofisticato dirà pure che sono luoghi comuni.
Ma se provate ad accennare (per dire …) “tartufo bianco” a un vacanziere italiano in Francia avrete, quale immediata specificazione: “… di Alba”. Ed una trattazione stile Treccani. 

Così pure se, all’opposto, direte “San Daniele”: otterrete con prontezza il riferimento al celebrato prosciutto, e vi verrà anche precisato che si tratta di quello inconfondibile, con lo zampetto “integrale”.
Stessa cosa se, in Romagna, dite formaggio di fossa: non c’è anima che non dica, in automatico, Sogliano al Rubicone.

 

 

 

E’ l’Italia, la nostra Italia, tanto ricca di bellezze naturali e di arte,  quanto di cibi deliziosi, eppure tanto in difficoltà a valorizzarsi in pieno come  potrebbe e dovrebbe.
Ma tanti altri, una miriade, sono i prodotti territoriali meno noti e le vicende umane ad essi collegati, ma altrettanto suggestive, come quella del vino Burson di Bagnacavallo, vitigno scoperto nella propria vigna vecchia da tal Longanesi, uno della famiglia “Burson” (appunto) e valorizzato, una sera, nel bar, con gli amici.
O dello Scalogno di Romagna, importato dal Medio Oriente forse 6000 anni fa, e che, da allora, è sempre uguale a se stesso, perché si riproduce per talea e non per seme.
O della Mora Romagnola, dalle carni sapide ed inconfondibili.
O del cane Lagotto, dal fiuto prodigioso.
Eppure anche questi ultimi, in tempi recenti e diversi, hanno avuto qualche ribalta, che li ha fatti assurgere all’onor del mondo e conoscere al grande pubblico, specie nella contemporaneità, in cui la ricerca del cibo legato al territorio è divenuta una tendenza, la cucina una ricerca e una sperimentazione, le specie animali autoctone un oggetto di studio per le scuole, attraverso la rete delle Fattorie Didattiche.

Non è ancora così per l’Asino Romagnolo.

La sua esistenza è nota solo ad una limitata cerchia di addetti ai lavori.
I motivi sono tanti.
Il primo è che l’immagine dell’asino è associata, in automatico, alla Sicilia ed alla Sardegna, o, al limite, alla punta e al tacco dello “Stivale”.

Se dici “Asino” gli Italiani pensano subito al piccolo Sardo (detto spesso “sardignolo”) o al Martina Franca che per cent’anni e passa ha prodotto i muli per gli Alpini. Oppure al Ragusano, che, agghindato con pennacchi e lustrini, traina il carretto siciliano, dalle ruote alte, nelle sagre di paese.
Invece, nell’immaginario collettivo, l’asino e l’Emilia-Romagna, proprio “non c’azzeccano”.

E sono ancora pochi quelli che sanno che esiste questa antichissima razza autoctona della Romagna, che ha rischiato l’estinzione, prima, con la tragedia della Seconda Guerra Mondiale, quando gli animali furono decimati dall’esercito tedesco in ritirata dalla Linea Gotica.
E che, successivamente, sembrò ricevere il colpo di grazia definitivo in conseguenza del boom economico degli anni sessanta e la conseguente meccanizzazione della agricoltura nelle campagne e nelle montagne.
E che, infine, fu tratta in salvo, in “zona Cesarini”, attraverso un lavoro meticoloso di ricerca, condotto dalla Regione Emilia-Romagna insieme alle APA.
Eppure si tratta di una razza “storica”, descritta da cento e più anni nei Trattati di Zootecnia, per di più con sembianze morfologiche del tutto originali, inconfondibili.
E, in più, con una caratteristica originale e unica tra le specie asinine italiane: quella di saper percorrere, al trotto, lunghe distanze, attaccato a un rotabile leggero.
Dunque un animale polivalente: vocato al basto in montagna, al biroccio in campagna, al calesse per le polverose strade della bassa.
Forse arriverà anche per noi, e per i nostri asini, il momento tanto atteso per “uscire dal guscio” e per presentarci al grande pubblico.

La due giorni di ALFERO (FC), Sabato 10 e Domenica 11 Agosto, potrebbe proprio costituire una prima occasione in questo senso.

Saranno molti e densi gli eventi tra loro collegati.
Si inizierà il pomeriggio di SABATO 10 AGOSTO 2013, con un Convegno Scientifico,(01_depliant 3 ante) che avrà per titolo:

“L’Asino tra memoria e modernità.

Difendere le popolazioni asinine italiane e la loro biodiversità, attraverso la concreta promozione dell’impiego attuale e futuro.
Il processo di qualificazione dell’Asino Romagnolo autoctono, a far capo dal 21 Giugno 2005, data del nuovo riconoscimento a razza a limitata diffusione. Il punto in cui siamo giunti.”

Il Convegno sarà caratterizzato da una prima parte, di taglio più generale e strategico, “sull’utilizzo moderno” dell’asino. Molto autorevoli i moderatori e i relatori, con competenze estese su tutte le tematiche attuali.

La seconda parte verterà su tematiche di tipo zootecnico/allevatoriale (genetica; morfologia e disciplinare della razza; rischi di consanguineità ecc.) specificamente relative al Romagnolo.

La mattina di Domenica 11 Agosto, andrà in scena la manifestazione zootecnica Rassegna Morfologica dei Soggetti di Razza Asino Romagnolo iscritti al Registro Anagrafico delle Razze/Popolazioni a diffusione locale, ( 03_vol festa palio 50anni retro ) a cura della Associazione Regionale Allevatori della Emilia-Romagna. 

Infine, la domenica pomeriggio si svolgerà il Palio dei Somari di Alfero02_vol festa palio 50anni fronte ), manifestazione folklorico goliardica giunta quest’anno alla 50° Edizione (approfondimenti sulla storia del palio).
Ecco spiegato il motivo di tutto questo affaccendarsi per organizzare un Convegno che porterà ad Alfero, in questa data certamente “inusuale”, tanti studiosi da tutt’Italia. Dipende da un anniversario da celebrare, per così dire, in “pompa magna” (come ci hanno chiesto alcuni allevatori di Alfero, soci fondatori dell’As.I.R.A.R.A). Ricomprendere il Convegno Scientifico nel fine settimana in cui si svolge il Palio serve anche per sottolineare la storia millenaria che lega Alfero all’Asino Romagnolo e viceversa.
Questo 50° Anniversario, in più, si tinge persino di dolce romanticismo, perché cade quando è oramai tramontato il pericolo dell’estinzione della razza.
E’ stato infatti superato il traguardo dei 500 capi, iscritti al Registro.
Ma anche il luogo, così straordinariamente decentrato e anomalo, non è per nulla un caso.
Il fatto è che se la Provincia di Forlì è indicata come il luogo in cui l’Asino Romagnolo è autoctono, entro di essa Alfero è la patria dell’Asino Romagnolo, “la piccola Itaca” nella quale fu tratto in salvo da un pugno di uomini, quando la meccanizzazione generalizzata delle campagne e delle montagne lo portò sull’orlo della dissoluzione.
Le due famiglie, è noto, sono quelle di “Lucio” e di “Bigio”, al secolo Luciano Bernabini di Alfero ed Ezio Bigiarini di Bagno di Romagna.
Se oggi celebriamo la rinascita del Romagnolo lo dobbiamo anche a loro e alle loro famiglie.

Alfero, 1976. Giuseppe Bigiarini, padre di Ezio, con l'asina di famiglia

Valsenio 2011. Ezio Bigiarini riceve il premio per la qualità dei soggetti presentati.

Alfero, 1963 circa. Luciano Bernabini, il bambino più piccolo, con il padre e il fratello maggiore

Alfero, 1964 circa. Luciano Bernabini con la sorella e un vitellino.

Valsenio 2011. Luciano Bernabini e Carolina sono premiati da Gerado Salza.

 

A Quattrocchi (Prima Parte)

A Quattrocchi (Seconda Parte)

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Fiocco rosa per Davide Buttazzi

Sabato scorso, 20 Luglio, lieto evento presso la scuderia del nostro associato Davide Buttazzi di Medicina. E’ nata Stella (così sembra sarà battezzata …) figlia dell’emergente stallone Filippo di Alfonsine (sorcino crociato) e della giovane fattrice di casa Lina (baio oscuro), al primo parto. E, se il bel giorno si vede dal mattino, davvero di una “stella” si tratta … cioè di una stella della razza, una puledra bellissima, alta, ben conformata.
Anzi, a guardarla nella seconda foto, ci permettiamo un suggerimento: viste le gambe lunghissime … noi la chiameremmo Ballerina.

 

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