Auto-celebrarsi non è mai una bella cosa. Perchè, dicono in Romagna, “chi si loda s’imbroda”.
Ma, per una volta, amici, lasciate che abbandoniamo i panni dell’umiltà, tanta è la soddisfazione che proviamo dopo Fieracavalli 2013. E’ andata, infatti, molto bene.
All’interno del padiglione ItaliAlleva, era stato allestito, quest’anno, a cura dell’Associazione Italiana Allevatori, uno stand bellissimo, completamente dedicato alle razze asinine italiane. Un magnifico, enorme pannello illustrava la gran parte delle otto Razze Asinine riconosciute dal Registro Anagrafico in Italia.
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Il padiglione n. 9 ItaliAlleva è sempre quello in cui si respira, ogni anno, l’atmosfera più autentica e suggestiva, perchè è qui che viene valorizzata la tradizione dell’allevamento equino ed asinino italiano.
E’ qui che vengono presentate le razze equine del Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido, dell’Avelignese, del Norico, del Bardigiano, del Maremmano, del Tolfetano, del Murgese, e delle razze più recentemente riconosciute come il Cavallo dell’Appennino, il Delta, il Ventasso, ed altre.
Si tratta di razze con diversa numerosità e diffusione geografica in Italia, alcune dotate di Libro Genealogico, altre (minori) iscritte al Registro Anagrafico delle razze a limitata diffusione. Chi sia interessato ad approfondire la conoscenza su questi due diversi metodi di classificazione delle razze, può trovare, all’interno di questo sito, le informazioni necessarie, cliccando alla voce “La Razza” e poi “Regole per l’iscrizione al Registro Anagrafico”.
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Lo stand dedicato alle razze asininine é stato davvero d’immagine e di tutto rispetto, circondato a ferro di cavallo da quindici box, tutti per gli asini, e affiancato anche da due piccoli recinti, a disposizione per esporre i soggetti, nel tempo intercorrente tra il carosello del mattino e quello del pomeriggio, che veniva effettuato, ogni giorno, per tutti e quattro i giorni della Fiera, nel grandissimo ring d’onore.
Si sa che noi, come “asinari”, siamo da sempre considerati i parenti poveri dei più celebrati allevatori di cavalli, al punto che ci abbiamo fatto l’abitudine e prendiamo la cosa con filosofia.
Ci capità così, il più delle volte, di frequentare le sagre di paese, con animali che sono oggetto di curiosità soprattutto per il loro essere antimoderni, cioè indissolubilmente legati ad un passato “inattuale”.
Diciamoci la verità: è vero, siamo vissuti con un quid di simpatia che però sfuma ben presto in un mesto, malinconico compatimento, di persone che si trastullano dietro un ozioso passatempo.
E invece, questa volta, i nostri animali sono stati ritenuti degni di una attenzione di tutto riguardo, e noi con loro. E così il tema della difesa della biodiversità, la valorizzazione anche culturale del progetto che vuole difendere e garantire un futuro anche all’asino, proprio in quanto animale “a basso reddito”, (per altro ancora molto utile alla civiltà dell’uomo moderno) è balzato in primo piano.
E così, per una volta, non ci siamo sentiti figli di un Dio minore.
In questa cornice così importante, noi della Razza Asino Romagnolo non abbiamo certo sfigurato. Anzi. Abbiamo piuttosto fatto (udite udite !) la parte del leone, presentando in Fiera la compagine più numerosa e più rappresentativa. Infatti il nostro squadrone era costituito da due stalloni (Romano e Filippo), quattro fattrici in età (Luna, Cleopatra, Rosa, Poppea) e due giovani femmine (Austria e Soraia della Calbana) con in più due redi di pochi mesi di sesso femminile (LZ Orchidea ed LZ Denise). In tutto ben dieci soggetti, che hanno saputo trasmettere, con forza, un’immagine della nostra razza dotata di buona tipicità, qualità e individualità. E credo che tutti gli Associati debbano essere molto riconoscenti a Zerbini, Bonuso, Montaleone, Buttazzi, Casadio, Tonetti, che sono gli associati che hanno messo mano al portafogli, in modo molto significativo, con lo scopo di valorizzare la nostra razza, con beneficio per tutti, presenti e assenti. Alla famiglia Zerbini, in particolare, va il plauso della Associazione per l’impegno profuso nella gestione di tutti i soggetti durante l’intero svolgimento della Fiera. Partecipare alla ribalta nazionale di Verona, vuol dire richiamare su di se l’attenzione, anche commerciale, dei tanti frequentatori (oltre 150.000). Siamo sicuri che presto gli effetti si faranno sentire. A questo punto presentiamo, di seguito, una carrellata di immagini della manifestazione.
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Nel 2012 è stata riconosciuta ufficialmente l’ottava Razza Italiana di Asini.
Si tratta dell’ASINO GRIGIO VITERBESE.
Quando nel 2007 fu pubblicato il francobollo delle poste italiane, le razze riconosciute erano sette: Romagnolo, Martina Franca, Ragusano, Amiata, Pantelleria, Sardo, Asinara.
Il Viterbese, a quell’epoca, non era infatti riconosciuto.
LE ALTRE RAZZE PRESENTATE.La partecipazione della Razza Viterbese alla manifestazione fieristica di Verona 2013, è stata dunque un debutto.
Cogliamo l’occasione per salutare i simpatici amici del Viterbese (con i quali abbiamo immediatamente familiarizzato) augurando loro un grosso “in bocca al lupo”.
In Fiera sono stati presentati due soggetti molto tipici, uno stallone ed una fattrice, a cura della Asineria Lory di Vinicio Olimpieri di Montefiascone.
E’ stato un onore presentare e cercare di trasmettere la realtà che avete quest’anno davvero ben rappresentato. Grazie a Voi …e soprattutto a ….loro”!!
Ciao, Nico