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La visita ad ALFERO dei bresciani.
Tutto è cominciato l’estate scorsa ad Alfero. Gli apripista di questa storia sono due fratelli di Ghedi (provincia di Brescia), Adriano e Giuliano Ghitti, i quali, storici allevatori di mucche prima e più recentemente di asini, vennero a prendere contatto con la “culla” del romagnolo, affrontando un lungo viaggio in Vespa e in Guzzi.
Non era passato neanche un mese che, “fulminati” dalla qualità dei nostri soggetti, avevano già acquistato, alla Fiera di Fontanelice, una stupenda puledra romagnola (LZ Maraia), mentre un’altra, altrettanto qualitativa, l’aveva acquistata, nella stessa occasione, il Dottor Giacomo “Mino” Tolasi (LZ Venere).
Entrambe le puledre provenivano dall’allevamento di Palesio di Lino Zerbini, il quale provvide a consegnarle addirittura “a domicilio”.
Nel bresciano le puledre parteciparono alla Fiera di Padernello “Asinando”, Fiera dell’Asino da compagnia, tenutasi dal 13 al 15 Settembre 2013 e raccolsero lusinghieri apprezzamenti.
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IL PROGETTO.
Entrano ora in scena due intraprendenti giovani Dottori in Veterinaria, Claudio Martinazzi e Stefano Salvetti, che, sulla base della loro dettagliata conoscenza del territorio, individuano gli estremi per realizzare un progetto di grande interesse.
Infatti i due Dottori sanno che nel bresciano in generale (e in Val Camonica in particolare) esistono numerosi capi asinini di sesso femminile (forse 700-800), alcuni dei quali ancora utilizzati per il lavoro con il basto.
Ed esiste anche una stazione di Monta Pubblica Asinina a Prestine (località Chiosi) gestita da tempo dal Signor Anastasio Bettoni.
Benchè la produzione sia di tipo meticcio, esiste, nell’ampio contesto della Val Camonica, anche un sottogruppo (seppure limitatissimo) di fattrici che per taglia, caratteri morfologici e funzionali potrebbero corrispondere (… ma il condizionale è d’obbligo) al disciplinare della Razza Asino Romagnolo. Ma, naturalmente, occorre preliminarmente la valutazione dell’esperto di Razza AIA.
Solo “passando” questo esame severo, potrebbe avvenire la successiva iscrizione di queste femmine al Registro Anagrafico, nella Sezione Supplementare (per approfondimenti al riguardo, si rimanda alla voce “La Razza” e, al suo interno, a “Regole per l’iscrizione al Registro Anagrafico”).
Ma poi, quale prospettiva concreta si aprirebbe? Certo assai scarsa, non disponendo in loco di uno stallone approvato alla riproduzione in selezione.
E’ chiaro infatti che, per procedere verso un processo produttivo in purezza, occorre dotare la zona di uno stallone Romagnolo DOC, non solo approvato alla riproduzione in selezione ma anche, auspicabilmente, molto qualitativo, tipico e di grande genealogia.
Martinazzi e Salvetti tentano l’impresa. La prima cosa è convincere Anastasio Bettoni ad esporsi economicamente (e in modo consistente) per compare uno stallone romagnolo qualitativo. La seconda è … trovare il soggetto giusto. Problema spinoso, perchè il numero di riproduttori davvero affermati è piccolo e gli allevatori che li possiedono non li cedono facilmente.
Vengono avviati contatti con la nostra Associazione durante la Fieracavalli di Verona del Novembre scorso. Ci si guarda intorno ma il parco stalloni di razza romagnola, si sa, è di numero molto ridotto, e pezzi veramente validi, sul mercato, ce ne sono pochissimi.
Il presidente Minardi ha oltretutto lo scrupolo di “esportare” fuori Regione uno stallone che sia davvero di rango, non un soggetto qualsiasi.
Fino a poco tempo prima c’era a disposizione Silvio, di Giovanni Giorgini, di Meldola; ma questo stallone di dieci anni, sostituito con il giovane stallone Giulio AT allevato da Alessandro Tonetti e approvato a Imola 2013 (vedi articolo in rassegna stampa su questo sito) era già stato venduto in Cadore.
Ci si orienta su GINO, di Ezio Bigiarini di Bagno di Romagna.
L’ACQUISTO DELLO STALLONE.
Domenica 24 Novembre 2013 i bresciani partono all’alba con il trailer ben decisi a comprare. Ma la trattativa non è facile, dal momento che il prezzo richiesto è obiettivamente alto, seppure corrispondente alla qualità (superba) dello stallone Gino, e il venditore è disposto a cedere il suo “pezzo da novanta” rinunciando solo al 5% (di sconto) sul prezzo di partenza richiesto.
Quando la trattativa sembra fallire, perchè Bigiarini “tiene duro”, i giovani Dottori convincono Anastasio che si tratta, comunque, di un buon affare. Affare fatto: una stretta di mano e Gino prende la strada che lo porterà a vivere ai piedi di montagne ben più alte (il gruppo dell’Adamello e il Passo del Tonale) rispetto al natio appennino tosco-romagnolo.
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Lo stallone è ora a disposizione.
Ma adesso, per “partire” con una base allevatoriale adeguata, bisognerebbe disporre di un nucleo di fattrici di una certa consistenza, sottoporle a visita morfologica, provvedendo a fare domanda all’AIA di Roma, affinchè venga organizzato dallo stesso Ente un Raduno Ufficiale, finalizzato appunto al riconoscimento e all’iscrizione di tali fattrici al Registro Anagrafico (Sezione Supplementare).
Ma le fattrici da candidare devono essere di morfologia coerente con il Disciplinare di Razza dell’Asino Romagnolo, pena la bocciatura da parte dell’Esperto di Razza.
I Dottori Martinazzi e Salvetti si mettono al lavoro con grande impegno e visionano preliminarmente centinaia di capi della zona, procedendo ad una preselezione rigorosa di quelle fattrici che, a loro parere, (ma in base ai parametri biometrici, morfologici e del mantello) corrispondono all’ideal-tipo della razza del romagnolo definito dal disciplinare.
Alla fine ne individuano (solo) quattordici, da sottoporre ad esame. La domanda, con l’elenco delle fattrici candidate, è inoltrata all’AIA di Roma, (con acclusi i versamenti necessari) la quale l’accetta e individua la data per l’effettuazione in Sabato 22 Marzo, e la sede presso l’Azienda Agricola Somadelle di Anastasio Bettoni, Prestine, Brescia.
L’Esperto di Razza è individuato nel Dottor Franco Stumpo di Savona.
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LA RASSEGNA UFFICIALE AIA
Arriva il giorno fatidico. Alla rassegna bresciana viene invitato anche il presidente As.I.R.A.R.A. Minardi, che giunge in compagnia di Giovanni Verlicchi, altro storico “esperto” della Razza Asino Romagnolo, e romagnolo esso stesso, essendo originario e residente a Lugo di Romagna (Provincia di Ravenna).
Stumpo e Verlicchi si riconoscono subito e si salutano cordialmente: erano stati “compagni di corso” alla formazione per Esperti di Razza.
Le foto che seguono sono la cronistoria di una giornata grigia e nebbiosa sul piano atmosferico, ma quanto mai felice per quanto riguarda il risultato.
L’esito è infatti un eccellente e incredibile en-plain: su 14 femmine presentate, il Dottor Stumpo non ne scarta nessuna e ne approva, dunque, 14.
Complimenti, dunque ai due Dottorini Martinazzi e Salvetti, che hanno saputo svolgere con competenza il lavoro di preselezione locale, e non hanno deluso alcun allevatore invitato, evitando di produrre “aspettative infondate” per animali non idonei all’approvazione.
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La rassegna ufficiale per la valutazione delle asine é completata. L’ingresso nel Registro Anagrafico dell’Asino Romagnolo è stato autorizzato dal Dottor Stumpo per tutti e quattordici i capi presentati.
L’inserimento di questi capi avviene all’interno della Sezione Supplementare del Registro.
I prodotti di queste femmine (ma solo se ottenuti dall’incrocio con stalloni romagnoli in purezza, e approvati alla monta in selezione) avranno diritto di qui in poi, fin dalla nascita, ad entrare nella Sezione Principale del Registro Anagrafico.
Il loro passaporto sarà di colore verde, e conterrà una pagina con il pedigree del soggetto.
Tutto è bene ciò che finisce bene … Ma c’é ancora il tempo per festeggiare con un bellissimo pranzo, tutti assieme, al ristorante IL BRACCONIERE.
La parola, ( e i fatti …) ora, passano a GINO, stallone sopraffino !