Lunga vita all’Asino Romagnolo. E largo ai giovani

Era il Dicembre del 2000, ma a guardare cosa è stato fatto, da allora, per scongiurare l’estinzione dell’amico mansueto dall’occhio buono e dalle orecchie lunghe, sembra sia trascorso un secolo. Forse anche di più.

In quei giorni pre-natalizi di fine millennio, si tenne infatti, a Ferrara, presso il Centro Regionale di Incremento Ippico dell’Emilia-Romagna (poi chiuso nel 2007) il primo incontro di tecnici, volto a mettere a fuoco se l’Asino Romagnolo ci fosse ancora o fosse definitivamente scomparso, “attore protagonista” di un passato che lo aveva inghiottito.
Un passato scandito da parole come povera economia agricola, trazione animale, mulattiera, basto, castagneto, carbonaia, polenta, mercato settimanale per sale e fiammiferi, cavalcatura per l’ostetrica (quando il parto avveniva tra le mura domestiche) o per il parroco (quando l’olio santo veniva somministrato a un moribondo); e, in pianura, trottatore al calesse del dottore.


In sintesi, se “quell’asino” esistesse ancora, e dunque fosse ancora possibile censirlo e salvarlo. Oppure se fosse definitivamente scomparso e l’idea di tentarne il recupero fosse solo una operazione astratta e romantica.
Fino agli esordi della 2° Guerra Mondiale, il problema dell’estinzione certo non si era mai presentato, se é vero che i Romagnoli censiti nel 1918 erano 5.267 su un totale di 949.162 capi asinini. E che erano 46 gli stalloni Romagnoli operanti nel 1941 nei due Regi Depositi Stalloni di Reggio Emilia e di Ferrara (più quello delle Marche).
Poi venne la Guerra, ed il destino dell’asino Romagnolo precipitò improvvisamente, prima con la crisi alimentare delle armate tedesche che, al venir meno dei rifornimenti dalle retrovie, lo razziarono nelle stalle dei contadini e se ne cibarono ampiamente. Poi con la ritirata dalla Linea Gotica verso il Po, in cui il povero animale fu costretto a trainare smisurate e sproporzionate “carratelle” militari, cariche di vettovaglie, prima della resa. E finì disperso, o sacrificato.

Ma il peggio doveva ancora venire. Con il boom economico italiano degli anni sessanta, l’agricoltura andò ben presto meccanizzandosi ed i trasporti su strada videro un impetuoso sviluppo della motorizzazione.
L’asino subì il colpo ferale, ed era ovvio che così avvenisse, specialmente al Nord ed in Emilia-Romagna, una tra le Regioni maggiormente investite dal new-deal economico. Questo animale, identificato perfettamente con un passato misero e triste (perché la miseria può essere epica quando é narrata, ma é poco empatica quando é vissuta in prima persona) fu lasciato all’oblio e all’abbandono.
Poco dopo (alla metà degli anni settanta) lo Stato italiano ne decretò addirittura l’estinzione.

Qualche Asino però rimase, presso le poche case contadine fuori mano, ancorate alle tradizioni. Che qualche capo fosse ancora presente i tecnici delle APA (Associazioni Provinciali Allevatori) ne avevano sicura contezza, e lo intravedevano nel corso dei sopralluoghi per i controlli funzionali del bestiame. Così, a Ferrara, accanto ai tecnici delle APA, quel giorno, si incontrarono in seduta i Dottori della Regione (Dott. Sandro Spada), sotto il coordinamento del Professor Raffaele Baroncini (titolare della Cattedra di Zootecnia presso l’Università di Bologna) e massimo esperto nazionale della materia (vedi pubblicazione “L’asino, il mulo, il bardotto”).

Prof. Raffaele Baroncini

 

Dalla riunione uno spiraglio venne tenuto aperto: fu fissato lo standard tradizionale della Razza (vedi, in questo sito, in alto, la tendina “La Razza”) in modo rigoroso, facendo riferimento ai  dati di letteratura, di memoria storica e di confronto con le altre razze asinine italiane.

Negli  anni 2001 e 2002 fu fatto il censimento, con rispetto e in aderenza allo standard. Furono individuati (in tutto) tra puledri ed adulti, 76 soggetti: 15 maschi e 61 femmine. Essi furono poi studiati nel loro DNA. Avevano una base genetica comune.

Non senza colpi di scena (nel 2003 vi fu anche un responso sfavorevole, seppure interlocutorio, del Ministero della Agricoltura, che sembrò mandare all’aria tutti gli sforzi fatti) si dovette attendere il 21 Giugno del 2005 perché venisse nuovamente riconosciuta la razza dal Ministero della Agricoltura e dunque dallo stato italiano.
“L’Asino Romagnolo è tornato all’onor del mondo” titolò un quotidiano della Romagna, con lessico ottocentesco, come era del tutto conveniente fare.
Un ampio servizio di approfondimento fu curato anche dal TG3 Emilia-Romagna.
Ma con molti meno dei 120 esemplari, si trattava pur sempre (la definizione è scientifica ed è della FAO, vedi tabella successiva) di una “razza critica” (anche definita “razza reliquia” ), ed il pericolo dell’estinzione rimaneva in agguato, ancora dietro l’angolo.

CRITERI FAO

Numero di capi presenti

Razza estinta

0

Razza in condizione critica

<= 120

Razza in condizione danneggiata

da 121 fino a 1200

Razza in condizione vulnerabile

da 1201 fino a 2400

Razza non a rischio

> 2400

Dal 2005 ad oggi tante cose però sono cambiate, e in meglio, se è vero che il numero complessivo dei capi è ora di 1207 esemplari, (dato aggiornato al 21 Giugno 2022) sicuramente più qualificati ed omogenei rispetto ai 76 della ripartenza.
Ora siamo ad una svolta. Raggiunta la quota di 1200 soggetti, la razza non è più definibile “a rischio di estinzione”, ma (é sempre la FAO che lo afferma) semplicemente “vulnerabile”. Da tenere cioè sotto controllo, ma fuori da un rischio concreto e imminente.
Lo sforzo degli allevatori (oggi in numero di 297) e la grande vitalità della Associazione che li coordina e li guida (Associazione Italiana Allevatori della Razza Asino Romagnolo) sono stati i fattori vincenti di questa riscossa, ma è stato soprattutto il frutto della sinergia tra Istituzioni (la Regione in primis) ed i privati allevatori a decretare questo successo, francamente superiore alle attese.

In particolare il processo di selezione e di qualificazione della razza è sempre stato ispirato ad una maggiore omogeneità dei capi presentati, che ha fatto perno sulla aderenza allo standard di razza (che è rimasto sempre lo stesso definito nel Dicembre 2000); aderenza monitorata a cura di un Esperto di Razza (praticamente un giudice/arbitro). Un’altra nota positiva è stata la progressiva diffusione del Romagnolo in nuove realtà regionali (come la Lombardia – Province di Sondrio, Bergamo, Brescia, Milano – ; come il Veneto – Province di Padova e Treviso -; come le Marche e la Toscana).

A Imola si è svolta il 18 e 19 Giugno di quest’anno la 10° Rassegna inter-regionale.
Abbiamo assistito prima di tutto ad una presenza prevalente delle categorie di soggetti giovani (24 su 50 i soggetti compresi tra 1e 3 anni) e giovani-adulti (12 su 50 i soggetti compresi tra 4 o 5 anni) a discapito della categoria senior (14 su 50 i soggetti di età oltre 6 anni).
Da segnalare inoltre la presenza di ben 6 redi (nati nel 2022) di cui 5 ancora sotto la madre ed 1 già svezzato, tutti  e sei non oggetto di valutazione morfologica.
Questo indicatore dimostra la vitalità del mondo allevatoriale, che ha puntato sui giovani prodotti per presentarsi in gara con buona possibilità di successo.
LARGO AI GIOVANI dunque!

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Prima dell’avvio della Rassegna Morfologica del Sabato, il Presidente ha richiamato alla memoria di  tutti i presenti la figura di Ezio Bigiarini (scomparso il 17 Maggio 2020) non solo allevatore appassionato e competente, socio fondatore di As.I.R.A.R.A. e Probiviro eletto ed in carica, ma anche persona mite e garbata, accogliente, ciò che in Romagna si dice “un pezzo di pane”.

In tandem con il suo grande amico Luciano Bernabini, ha continuato per decenni (dagli anni sessanta ai giorni nostri) ad allevare asini, quando la pubblica opinione considerava la cosa un fatto, non da stravaganti, ma da veri spostati. Luciano ricorda: “Le persone ci consideravano dei matti, ci deridevano … ma noi abbiamo saputo tenere duro ed é arrivato il momento in cui abbiamo avuto ragione”.

Ma ciò che fa più emozionare, anche commuovere, é il gesto con il quale Luciano (Vice-Presidente As.I.R.A.R.A. un boscaiolo che sotto una scorza ruvida, nasconde, a suo modo, un cuore grande analogo a quello di Ezio), ha voluto ricordare l’amico prematuramente scomparso.
“Ho comprato l’ultimo prodotto di Ezio, una puledra di nome Milly, in suo onore e per suo ricordo. Stai pur certo – mi ha detto in privato – che non la rivenderò per nessuna ragione al mondo, mi offrissero anche un Perù”.

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Passiamo ora in rassegna i risultati di categoria e le foto relative dei soggetti partecipanti.

Categoria Puledri di anni 1. Iscritti a catalogo elencati per numero di testiera:
1. Ascanio dei Cantelli
2. Lorenzo
3. Tuono
4. Ribò

Categoria Puledri di anni 1




Piazzamento Nome Livello di Aderenza Padre Madre Allevatore
Lorenzo Eccellente Francesco Carol Severi
Ribò Ottimo Billy Nina Berbabini
Tuono Buono L.Z.Levante Gemma Giacometti
Ascanio dei Cantelli Buono Ugo dei Cantelli Leonida Mazzanti

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Categoria Puledre di anni 1. Iscritte a catalogo elencate per numero di testiera:
5. Gioia Emiliani
6. Queen
57. Rosita-AT

Gioia
Gioia bis

 



Classifica di Categoria Puledre di anni 1

Piazzamento Nome Livello di Aderenza Padre Madre Allevatore
Rosita-AT Ottimo Tarzan Ginevra-AT Tonetti
Gioia Imolesi Ottimo Little Tony Lala Imolesi
Queen Buono Martino Rosa Besseghini S.

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Categoria Puledri di anni 2. Iscritti a catalogo elencati per numero di testiera:
7. Murat
8. Nello di Fontana
9. Diego-AT
54. Romeo
(10 Bigio non presentato)



Classifica Categoria Puledri di anni 2







Piazzamento Nome Livello di Aderenza Padre Madre Allevatore
Murat Eccellente Filippo Safety Noire Imolesi
Nello di Fontana Ottimo Getullio Pioggia dei Cantelli Gavelli
Diego-AT Buono Tarzan Lea Tonetti
Romeo Buono Filippo Giulio Buttazzi

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Categoria Puledre di anni 2. Iscritte a catalogo elencate per numero di testiera:
11. Belen MB
12. Bigia MB
13. Miranda-AT
14. Corona
15. Ginevra



Graduatoria di Categoria Puledre di anni 2





Piazzamento Nome Livello di Aderenza Padre Madre Allevatore
Bigia MB Ottimo Getullio Vittoria MB Montaleone
Miranda-AT Buono Tarzan Ginevra-AT Tonetti
Belen MB Buono Filippo LZ Denise Montaleone
Corona Buono Zorro Irma Besseghini V.
Ginevra Buono Samuele Rosina Guaducci

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Categoria stalloni junior di anni 3. Iscritti a catalogo elencati per numero di testiera:
16. La Fattoria Zeus
17. L.Z. Enea
18. L.Z. Stornello



Graduatoria di Categoria Stalloni junior di anni 3






Piazzamento Nome Livello di Aderenza Padre Madre Allevatore
La Fattoria Zeus Eccellente Zorro Poppea-AT Donati
L.Z. Enea Ottimo Romano L.Z. Codina Zerbini
L..Z. Stornello Ottimo Romano L..Z. Cassandra Zerbini

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Categoria Femmine Junior di anni 3 . Iscritte a catalogo elencate per numero di testiera:
19. Zaira
20. Giorgia-AT
22. L.Z. Ester
(non presentate 21. Pepita; 23. Luna)


Graduatoria di Categoria Femmine Junior  di anni 3

Piazzamento Nome Livello di Aderenza Padre Madre Allevatore
Zaira Ottimo Romano Silvana Az. Agr. El Ramicero
Giorgia-AT Ottimo Tarzan Lea Tonetti
L..Z. Ester Buono Romano L.Z. Minerva Zerbini

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Categoria stalloni adulti di anni 4 o 5. Iscritti a catalogo elencati per numero di testiera:
24. Ercole
25. Vasco dei Cantelli
26. Ciso
27. L.Z. Rio del Panetto



Graduatoria di Categoria Stalloni adulti 4-5 anni

Piazzamento Nome Livello di Aderenza Padre Madre Allevatore
Ciso Eccellente Romano Rosina Giacometti
L.Z. Rio del Panetto Ottimo Romano Luna Zerbini
Vasco dei Cantelli Buono Romano Leonida Mazzanti M.
Ercole Buono Filippo Dora Besseghini S.

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Categoria femmine adulte o fattrici di anni 4 o 5. Iscritte a catalogo elencati per numero di testiera:
28. Lala
29. Naomi Cambell MGB
30. Vittoria MB
31. Cleopatra
32. Ombrina
33. Milena
34. Nina
35. L.Z. Nuccia
(non presentata la n. 55 Furia)



Graduatoria di Categoria Femmine Adulte o Fattrici di 4-5 anni

Piazzamento Nome Livello di Aderenza Padre Madre Allevatore
Lala Eccellente Pippo Tea Imolesi
Milena Ottimo Getullio Zita Marcotti
Vittoria MB Ottimo Filippo Dora Montaleone
Cleopatra Ottimo Romano Poppea-AT Donati
Naomi Cambell MGB Buono Getullio L.Z. Denise Montaleone
Ombrina Buono Tarzan Penelope Marcotti
Nina Buono Pippo Bea Severi
L.Z. Nuccia Buono Romano Poppea Zerbini

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Categoria stalloni senior di 6 anni ed oltre. Iscritti a catalogo elencati per numero di testiera:
36. Lupo Alberto

37. Francesco
38. Samuele
39. Zorro
40. Pippo
41. Romano



Graduatoria di Categoria Stalloni senior 6 anni o maggiore

Piazzamento Nome Livello di Aderenza Padre Madre Allevatore
Francesco Eccellente Billy Dina Severi
Lupo Alberto Eccellente Filippo Cesira Donati
Samuele Ottimo Pierino 2009 Marta Zerbini
Zorro 2014 Ottimo Tarzan Gaia Besseghini V.
Pippo Buono Pierino 2000 Peppina Montaleone
Romano Senza voto ——– ——— Zerbini

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Categoria fattrici senior di 6 anni ed oltre. Iscritte a catalogo elencati per numero di testiera:
42. L.Z. Rossana
43. L.Z. Cassandra
44. L.Z. Minerva
45. Mina
46. L.Z. Denise
47. Pioggia dei Cantelli
48. Poppea-A
58. Rosina
(non presentata la n. 56 Megghi)



Graduatoria di Categoria Fattrici senior di 6 anni o maggiore



Piazzamento Nome Livello di Aderenza Padre Madre Allevatore

L.Z. Denise Eccellente Romano Cleopatra Montaleone

Poppea-AT Eccellente Billy Dina Donati

Pioggia dei Cantelli Ottimo Virgilio Palma Gavelli

L.Z. Minerva Buono Romano Cleopatra Minardi

L.Z. Rosanna Buono Romano Poppea Zerbini

L.Z. Cassandra Buono Romano Favola Zerbini

Mina Buono Filippo Rosina Giacometti

Rosina Buono Filippo della Camerlona Cesira Guaducci

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Per ciò che riguarda i due best in show, da segnalare che sia quello maschile (Murat, di Alessandro Imolesi di Cesena) sia quello femminile (Bigia MB, di Bernardo Montaleone di Dozza) presentano, entrambi, l’età di due anni, essendo nati nella primavera del 2020.

Murat - Campione Assoluto della Fiera

 

Murat in premiazione

 

Francesco Campione di Riserva

 

Bigia MB Best in Show assoluta femminile

 

Premiazione di Bigia MB

 

Lala Campionessa di Riserva

 

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